Abbiamo fatto due chiacchiere con lui.
Uliano Vezzani, classe ‘57, tra i più grandi course designer internazionali con una carriera difficilmente eguagliabile. Basti pensare che fino ad oggi ha costruito i percorsi di 37 coppe del Mondo, 2 finali World Cup, 18 edizioni dello CSIO Roma-Piazza di Siena, più di 100 tappe del Longines Global Champions Tour di cui, quest’anno, su 17 tappe ne disegna 13, in 13 Paesi e 4 continenti diversi, da Parigi a Shanghai.
È di Correggio, come Luciano Pavarotti e forse proprio a lui deve il soprannome che nell’ambiente gli hanno dato: «Non so esattamente da dove venga il soprannome di “The Maestro”, però per me è un grande onore, perché tra i maestri in Italia per me ce n’era uno che era grandissimo, il Maestro Pavarotti. Ho avuto la fortuna di stare in scuderia con lui e montare i suoi cavalli per parecchio tempo» con Pavarotti, infatti, è stato cavaliere e direttore del Club Europa 92, il circolo più bello d’Europa, e organizzatore del “Pavarotti International” il primo CSIO di San Marino. «Un giorno sono arrivato a Los Angeles, durante lo svolgimento del Longines Master, e ho trovato un grande cartello all’entrata con scritto “Uliano Vezzani the Maestro”, forse è nato da lì, non lo so. Visto che era un passaggio obbligato per tecnici, cavalieri e pubblico, praticamente l’hanno visto tutti. Non so dirvi cosa significhi esattamente, l’unica cosa che posso dire è che lo faccio con una grande passione, che mi piace tantissimo e che amo i cavalli. Per me, vederli saltare, è la gioia più grande.»
E la sua passione traspare anche mentre commenta la sua seconda volta ad Ambelia per la Coppa degli Assi, di cui ne disegna i percorsi fin dagli anni di Palermo: «Questa è un’edizione magnifica di Coppa degli Assi. Abbiamo visto delle gare stupende». L’impianto di Ambelia lo ha affascinato fin dai primi sopralluoghi tecnici e il suo entusiasmo tradisce anche la soddisfazione di aver scommesso sulla location giusta per il ritorno del concorso ippico più longevo d’Italia dopo Piazza di Siena.
Conosce tutti i cavalli e i cavalieri che si esibiscono nelle gare di cui è direttore di campo: «Parlo con tantissimi cavalieri, molti di loro mi fanno domande prima del Gran Premio. Alcuni mi chiedono cosa metterò, altri vengono alla mia postazione per vedere i grafici. Io non ho segreti, non dobbiamo averne perché lavoriamo tutti nella stessa direzione, nel rispetto del cavallo e far vincere il migliore! Ciò che mi rende davvero felice è che mi considerano uno di loro, sentirsi parte della stessa famiglia è qualcosa che aiuta sempre a migliorarsi, perché ci si può dire tutto, anche le cose che non vanno. E sono quelle che spingono a fare sempre meglio».
E dall’outdoor, in cui Vezzani custodisce il suo luogo del cuore: «il campo dove riesco sempre ad emozionarmi è Piazza di Siena», si sta passando alla stagione indoor, dove risiede un altro degli appuntamenti a cui è più legato: «Ho anche la fortuna di costruire la più bella tappa di Coppa del Mondo che è Verona. Perché Verona ha un’organizzazione fantastica, il comitato organizzatore è sempre pronto a ricevere consigli, a fare ciò che serve per fare il meglio per il benessere del cavallo: la qualità del terreno, la qualità degli ostacoli, le scuderie. Questa è una cosa molto importante per il nostro sport perché quando alla base di tutto c’è il rispetto del cavallo la manifestazione è una top manifestazione».