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Carlo Rotunno, da atleta e istruttore porta la grande passione per i cavalli nel suo lavoro di speaker.

Abbiamo fatto due chiacchiere con lui.

Carlo Rotunno, speaker della 37ª edizione della Coppa degli Assi, inizia la sua carriera quasi per gioco. La grande passione per il mondo del cavallo – tanto da essere atleta e diventare istruttore di equitazione – lo porta poi a iniziare a commentare le gare, di cui è grande esperto grazie al suo background: «La mia fortuna è aver montato a cavallo, aver avuto rapporto diretto con questo animale non solo da cavaliere ma anche da istruttore. Ho una formazione a 360 gradi che mi porta ad essere ancora più coinvolto sia a livello professionale che personale. Tutto questo crea molta empatia con il pubblico, competente e non. Ho provato io stesso le emozioni, le difficoltà e i piaceri di questo sport direttamente sui campi gara».

Sono passati 23 anni e dal microfono non si è più separato. Il suo lavoro, infatti, lo vede impegnato ogni weekend dell’anno nei migliori concorsi della stagione agonistica in tutta Italia, isole comprese. Tra i suoi appuntamenti più importanti troviamo lo CSIO di Roma a Piazza di Siena per la stagione all’aperto e Fieracavalli Verona nel mese di novembre per la stagione al coperto. Ma il suo cuore è proiettato verso il circuito internazionale di Arezzo il Toscana Tour che commenta ormai da 18 anni. Centro dove per puro divertimento per la prima volta risuona la sua voce nel campo gara di un concorso ippico.

Da Docente di un corso federale online durante la pandemia, Carlo Rotunno, descrive i tre ingredienti per lo speaker perfetto: passione, socializzazione e serietà.

Ad Ambelia è la sua terza volta, dopo il concorso che ha commentato nel 2019, in un impianto che dice aver fatto passi da gigante sia in termini tecnici che organizzativi. Nel contesto di Coppa degli Assi tutta la sua passione e competenza risaltano: «Ho la fortuna di commentare questo evento nei dettagli, raccontare al pubblico presente cosa accadrà, la storia di cavalli e cavalieri. Il pubblico non è solo un pubblico competente, ci sono anche persone che non conoscono il mondo equestre; quindi, il mio compito è anche raccontare la storia di questo evento. Mi sento onorato di avere questo ruolo».

«La mia è attività è importante perché fa da corollario a tutto quello che è il raccontare l’evento, raccontare la gara, raccontare la vita di chi partecipa. Sono fortunato, mi diverto prima di tutto e lo faccio con lo spirito giusto per trasmettere la mia passione, quella per il mondo del cavallo, e per trasmettere a tutti coloro che mi ascoltano lo sport, la gara, l’elettricità che il binomio trasmette».

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